somewhere over (e outta) da internèz son successe ròbe, in quest'ultimi periodi, ròbe tante e ròbe belle.
Ho preso a scrivere con una certa frequenza (e un certo friccicore piacevole) su L'Ultimo Uomo, fatto che di per sé m'inorgoglisce non poco, contribuendo a certe guide ufficiose a-più-mani (tipo quella sul Pallone d'Oro, o quella recentissima sui Mondiali). Nel mezzo un pezzo su Alessandro motorino Florenzi, che è andato a rimbalzare financo sulle pagine de Il Post e che m'ha fruttato una comparsata radio - REMINDER! stasera intorno alle 19 - ripeto - stasera intorno alle 19 - su Super Santos, Rete Sport.
Poi son salito sui Castelli Romani per parlare - encore une fois - di Sforbiciate, fatto che di per sé potrebbe apparire ridondante e svalutato, se non fosse che quella sera c'era pure Francesco Repice - ripeto - Francesco Repice. Una foto a testimonianza: fate ciao con la manina a The Voice, sulla sinistra. Fate ciao con la manina al mio majoncino crismassissimo, sulla destra.
Jeri, infine, sul sito dei vicolicànneri è uscito questo racconto che parla di gelosie, facchini e ròbe verdi. Si chiama Otello, Mondello (Holiday in). Secondo me il titolo fa ridere. Il racconto meno. (se ve lo siete perso, sullo stesso sito è uscito qualche tempo fa un racconto *bel-lèr-ri-mo* di elenini).
Quasi dimenticavo: il 5 dicembre, in un giorno solo, nel barrio madrilègno di lavapié i Jingle Django hanno registrato il loro primo disco. Lo ascolti qua, tuttattaccàto. Io ai JD voglio moltobènàssai, perché il clarino del gruppo è simonerossi.
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