Nell'anno che sta per finire ho comprato un paio di Clark's e ho messo in pensione le converse tuttestèlle julio cortàzar edition per sopraggiunti limiti d'età (e per via di due lunghi squarci sulla punta)(ma a volte non resisto e allora le indosso per starci in casa, quando il camino è acceso e non ho nulla di particolarmente importante da fare). Ho bevuto meno IPA e più APA, senza troppo rammarico. La rivista quella della quale ero direttore editoriale, bene da quella mi sono dedirettoreditorializzato. Il pastificio Mancini è diventato il mio pastificio di riferimento. Ho letto romanzi di generi diversi da quelli normalmente nelle mie corde, e mi è piaciuto. Ho studiato materie completamente inutili, trovandone giovamento. Il cuore di scamone si è decisamente imposto come taglio di bovino preferito (forse secondo solo al tiro de asado). Una sera di febbraio sono andato con C. a vedere uno spettacolo teatrale che parlava d'aborti. Due ore prima due lineette in croce c'avevan sussurrato all'orecchio qualcosa di molto bello.
Nell'anno che sta per finire ho recensito e suggerito libri qua e là in giro per la internez, come se ce ne fosse davvero bisogno poi; ho ciarlato (spesso)(e volentieri) di pallone sui posti belli in cui si parla di pallone, tipo qua o qua o, soprattutto ultimamente, qua. Ho raffinato le tecniche d'accensione del camino. Ho portato Sforbiciate ancora un po' in giro, dolce fardello. Sono andato a pranzo al Porto Fluviale, qualche volta. Ho visto i fulmini illuminare una notte d'agosto in costiera amalfitana. Il disco nuovo di Kanye West, tuttosommàto, l'ho trovato pheego. Quando ho potuto ho seguito il Central guardandomi le partite su rojadirecta. Il derby contro il NOB, per esempio, ch'era di domenica sera, e intanto mangiavo trenette (Mancini, ovviamente) al burro e salvia direttamente dalla padella e Chiara diceva che non era ancora ora. E invece, poi. Ho dormito in un albergo a Carbonara Ticinese. Delle centinaia di migliaia - forse milioni - di battute che mi son sfuggite dalle dita ce ne sono cinquecentomila circa di cui sono molto orgoglioso. Ventimila stanno qua, altrettante di qua; quelle che mancano dovete ancora leggerle, son quelle del romanzo nuovo, steso mentre il cece diventava nocciolina e poi crisalide e poi insomma.
Nell'anno che sta per finire Lapo è stato Calisse fino a Giugno, Tamarindo fino a Dicembre, ora si chiama Lapo Olivjo: è diventato veggie e fotofobico. Con Bicio e simonerò abbiam deciso che insieme farem solo dei leyendo, mai più dei readinz (l'abbiamo deciso mentre facevamo il leyendo di Mangustomachia al Tolfarte). Maxi mi ha portato a vedere i Sigurrò, e m'ha preso quasi una crisi mistica. Mi si è gonfiato il cuore a veder Leonard Cohen così contento, alla fine di un concerto meraviglioso al Foro Italico. Mi si è gonfiato il cuore a vedere Elenini e Simo così contenti, il giorno del loro matrimonio. E il 21 Ottobre ho pianto per mezz'ora, di filato, dalle 17.14 - quando Livia ha emesso il primo vagito - a seguire.
Nell'anno che sta per finire ho incassato sconfitte e rifiuti, alcuni han fatto male più d'altri, e più in generale, una volta tanto, ho avuto come la sensazione di essere l'uomo giusto al momento sbagliato e l'uomo sbagliato nel posto giusto.
Le somme che si tirano intorno al trentuno di dicembre d'ogni anno son sempre somme algebriche; un più di qua, un meno di là.
Ma se il risultato netto pisipiglia che sei felice, sta bene così.
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