Un fatto d'inizio anno
Una manciata di settimane fa m'arriva una mail, me la scrive G.
G., dice, una volta le è capitato di leggere una recènzia d'un libro,
s'intitolava L'inafferrabile Weltanschaaung del pesce rosso, che l'aveva
- dice - folgorata. Se l'è appuntato, dice, come capita a tutti, come
sarebbe a dire, chi non s'appunta il titolo d'un lbro col proposito di
prenderselo, poi, e di leggerlo. Faceva il liceo, dice G., a
quell'epoca. E poi gnè: son passati cinque anni, costellati da
me-ne-devo-ricordare-la-prossima-volta, da infruttuose sortite in
libreria, da com'è-che-si-chiamava, fino al ferale
mi-spiace-signorina-è-fuori-catalogo. Vai a capire, magari s'è pure
laureata, G., nel frattempo, col pensiero del pesceròsso tra un esame e
l'altro.
G. - la cosa che m'ha colpito di G. - non s'è persa
d'animo, neppure dopo un lustro. Ha imbracciato la internèz, l'ha
scandajata in largo e in lungo, fin quando non ha scovato il blog, e dal
blog un indirizzo mail, e fedele al motto salingeriano del telefono e
dell'amicizia - mutatis mutandis - mi ha scritto.
Ci siamo scambiati
un tot di mèilz, con G., fin quando - ne avevo qualche copia ancora -
le ho inviato un IWPR, sì ma come te lo pago, facciamo che mi spèdi un
libro puranco tu.
Ieri nella cassetta della posta, anzi fuori, c'era
questo plico, e dentro Palomar di Calvino, e dentro Palomar una lunga
lettera, vergata appénna, che son di quelle cose, leggerci sulla carta
vergata appénna, la cui belletsa ci riluce negl'occhi soprattutto quando
ci accorgiamo che non ne scriviamo mai abbastanza, di lettere appénna.
Quindi, hai visto mai capiti da queste parti, grazie G., che non ci siamo ancora aggiunti sui socialcòsi, e te ne sono grato.
Grazie per avermi dimostrato, una volta tanto, qual è il motivo per cui
si scrive: anche per il libro più piccino, più pieno d'ingenuità, più
timido, può esserci un lettore innamorato. Disposto vieppiù ad attendere
cinque anni.
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