Madama Cloros è zanzara e raganèlla, biscia dal cuore anfibio che lontana dalle pozze d'acqua, mi scrive, non ci sa stare proprio.
Per questo, mi scrive, con le stanghette delle èlle lunghe e sinuose come canne di giunco al vento, e le estremità leggermente arcuate, come uno sguardo di giudea, o di gatto persiano, lei e la sua combriccola se ne vanno alle piscine, si sdraiano sul prato irrigato appena e leggono, a voce alta. Cose mie, mi dice. (fatto che apprendo con ritrosia, incredulo e disilluso).
Si allega foto di concentrato femminino, capigliatura di medusa e libro spiluccato con dita di smalto acquamarina, un sorriso, forse una smorfia, potrebbe esser qualsiasi cosa, quellalà, un libro mio, come dice Cloros, oppure di Bulgakov, o di Keats, o d'Onetti, o di Vila-Matas o d'Haruki Murakami, che così fosse: Muràkami, e poi di baci saziami, Madama Cloros.
Si allega foto di concentrato femminino, capigliatura di medusa e libro spiluccato con dita di smalto acquamarina, un sorriso, forse una smorfia, potrebbe esser qualsiasi cosa, quellalà, un libro mio, come dice Cloros, oppure di Bulgakov, o di Keats, o d'Onetti, o di Vila-Matas o d'Haruki Murakami, che così fosse: Muràkami, e poi di baci saziami, Madama Cloros.
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