Che poi c'è uno scrittore, col quale una volta ci siam presi un aperitivo a Viale Marconi e si era parlato d'andare a bere della copiosa marsala a casa sua e invece non se n'è poi fatto più nulla, che l'altro giorno, dopo aver letto la trasudamericanata finziònica sul Suriname, m'ha detto che gli sembrava l'internazionale (la rivista, non la squadra)(e neppure l'inno)(neppure se ad intonarlo è vattimo)(che c'è sembrato chiaro da subito come vattimo dia l'impressione di tracannare parecchio, a sentirlo qua), dicevo, l'internazionale della letteratura, e che gli faceva un po' paura.
Che poi io l'ho presa come un complimento, ma magari mi sbaglio.
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