Non venitemelo a chiedere, cos'è una dinamo: un aggeggio che trasforma forza lavoro in energia elettrica, sembra, solo che io a forza lavoro mi son già perso.
Però cert'altre Dinamo le conosco gran bene, quelle che son squadre che giuocano al calcio, e che nella mitteleuropa nascevano come branche sportive del ministero degl'interni: la Dinamo Zagabria, la Dinamo Kiev, la Dinamo Minsk, la Dinamo Bucarest.
Una più facile: La Dinamo Mosca.
Più complicate: Dinamo Dresda o Dinamo Berlino, retaggi di quel che succedeva ad est del muro.
E' bene poi che sappiate ch'esiste una Dynamo pure a České Budějovice, che si pronuncia césche budeiòvizze e che ci fanno una birra, a céscheccètera, che spacca assai, la Budějovický Budvar, non fatevi scoraggiare da tutti quegl'accenti strani, se vi capita assaggiàtela.
(La Dynamo České Budějovice giuoca con una sgargiante tenuta nerofucsia, e milita nel massimo campionato ceco, la Lega Gambrinus. Che se non c'è di mezzo la birra, i cèchi son contenti mica).
Colpisce piuttosto che ci sia una Dynamo (penso: dàinamo) pure a Houstoun, una bolscevichèrrima Dinamo, tanto che ci verrebbe da gridarlo pur'a noi che Houston, abbiamo un problema.
Tutto questo fracasso per dire che m'hanno regalato una maglia della Dinamo Bucarest.
Me l'ha regalata un tizio che negl'anni ottanta faceva il portiere del Bursaspor, in Turchia, e adesso è l'allenatore dei portieri della Dinamo, che poi diciamo le cose come vanno dette: Dinàmo. E' così che si pronuncia.
Il rumeno è una lingua, che qualche sentore ce l'avevo già avuto, figherrima per certi versi.
Ora ve ne racconto una: l'articolo si mette alla fine delle parole. -lei per l'articolo femminile, -ul per il maschile. Dracula, che in romeno è Dracul, non significa altro che il drago. Matupènsa.
E poi: un fottìo di cognomi terminano in -escu, che poi non è altro che il nostro -esco, un patronimico, che come fai a non scriverci su un quadernino di traduzione, una ròba molto gabriellesca?
Eugene, per fare un esempio vicino a tutti, doveva per forza essere discendente della famiglia di un tale Ion (che a sua volta è il diminutivo di Ionut, ed io Ionut lo trovo un nome bellissimo, che se ne facessi quindici, di figli, forse il quindicesimo ce lo chiamerei, Ionut).
Era uno Ionesco, infatti.
Che quando poi gli chiedevano Eugene, che fai stasera, allora, Eugene? Io n'esco, rispondeva sempre lui, sono vittima del dovere: giuoca la Dinàmo.
E Dinàmo lo pronunciava gran bene.
L'esatto nome della Dinamo, poi, è Dinamo Bucuresti.
Perché anche la capitale rumena ha un nome ch'è un patronimico. -esti è il plurale di -escu, e sarebbe come a dire, "il villaggio dei discendenti della famiglia di Bucur".
No, Bucur non era un giocatore della Dinamo.
Lui era di Dublino, un Dublinescu, mica un Bucaresto, come quegli animaletti che dov'è che li abbiamo già sentiti?
Dite che non se ne può più di Storia abbreviata della letteratura portatile di Vila-Matas?
Son d'accordo.
Infatti ieri è uscito Dublinesque (che ci somiglia pure un po', a dublinescu).
E niente, stasera me lo leggo.
Sappiàtelo: Io n'esco.
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