22 settembre 2010

Domani inizia un Mare di Lettere, che poi uno la fa facile a dire festival

Domani a Civitavecchia inizia quella cosa che da tre anni si chiama Un Mare di Lettere.
La prima volta di Un Mare di Lettere è stata in Terza Strada, che oggi si chiama Via Trieste ma che chiamarla Terza Strada, diciamocelo, ha tutt'un'evocatività sua, sembra quasi l'appalesarsi d'un'alternativa reale, percorribile, la famosa terza strada, quella che annichilisce, che sverna la prima (la più battuta) e la seconda (che nessuno vorrebbe mai battere).
La seconda volta, ecco, la seconda Mare(a) di Lettere aveva già perso molte delle caratteristiche che la rendevano festival. In riva al mare, ma proprio che potevi toccarlo coi piedi, al porto, alla Rocca Antica, sembrava già più un rendez-vous ghettizzato, una torre d'avorio ma per orizzontale, ed in più in barbaro laterizio: opus reticulatum, per la precisione.


Il Festival è una festa popolare all'aperto: viene dal francese antico "festivàl", che a sua volta discende dal latino medioevale "festivale(m)", che poi viene dal latino classico "festivus" ed alla fine della fiera (ah, ecco: fiera) dovrebbe stare per piacevole, festivo.
La festa all'aperto che i francesi antichi chiamano festivà si distingue subito perché è musicale: tanto che i puristi della lingua, tipo un Panzini, arrivano a suggerire l'uso di una versione italiana fantasiosa ma pregnante: Musicone.


Ad utilizzare la parola festival, quindi, c'è da fare attenzione non una, non due, ma tre volte: bisogna che sia all'aperto, bisogna che dentro ci sia musica e che mantenga quel suo carattere popolare. Ah, no: quattro volte. Bisogna pure che se non c'è bisogno d'usare una parola straniera, non la si usi.
Eh. Allora diciamo Musicone.


Il Musicone Un Mare di Lettere, dicevamo, inizia domani, però l'uso di festival è tutt'altro che pacifico.
Cerca un sinonimo, trova un sinonimo: e se la dicessimo fiera?
Fiera viene dal latino feriæ, festivo, perché i mercati si facevano nei dì di festa e pei mercanti, il dì di mercato, era sempre un dì di festa, anche intrinsecamente, intendo.
Nelle fiere c'è l'imbarbarimento, c'è l'accanirsi, lo spintonarsi, l'ammassarsi, c'è cattiveria e bestialità, la fiera è una fiera e non c'è da andarne fiera (mi sa che solo la prima fiera viene da "festivo", però).


Forse dovremmo chiamarlo Festivaletteratura, Un Mare di Lettere, parolone tutt'uno che puoi divider dove vuoi: Festiva/Letteratura, che diamine, divertiamoci ch'è una festa.


Quest'anno il Musicone lo si fa alla Cittadella della Musica, ed avrebbe tutto un po' più di senso, se non fosse che a guardare il programma, poi, son quasi tutti libri editi da Prospettiva Editrice, ed allora di cosa stiamo parlando?, esiste già una parola all'uopo: kermesse. Che viene dal fiammingo kerkmisse, kerk significa chiesa e misse festa, un po' come fosse una festa patronale, la festa della parrocchia nostra.


Venerdì 24 alle 17 parliamo anche di Brain Gnu e quindi un po' del katacrascio, Dario Falconi è in Cina, Valentina Grotta non potrà esserci ed io mi sa che vado a raccontare più questa ròba del festival che altro. 
Voi però venite, eh, che un festival, un musicone, una kermesse, una fiera, puoi chiamarla come vuoi, ma alla fine l'importante è che ci sia il pubblico, mica altro. 

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