Quest'antologia batte le piste del sentito dire, del poco documentato, di ciò che è stato letto distrattamente nello spazio di un caffè veloce e ristretto. Nasce dalle pieghe di trascurabili annali, nei territori di quell'infima cronaca frequentata dagli avventurieri del sensazionalismo [...]. Resta da capire se in tutto ciò, nelle infinite metamorfosi delle storie, sia rimasto qualcosa di reale. L'unica risposta possibile recita: «Se hai letto e ci credi, allora è vero».
[dall'introduzione]
Ci sarebbe da chiederselo, se un miracolo può essere considerato un fatto di cronaca. Si solleva una questione cromatica. Cronaca, ma di che colore? Non nera, né rosa. Forse Celeste.
[da Miracolo a Civitavecchia, che in teoria si sarebbe dovuto chiamare #madonne. È il racconto che apre l'antologia, l'ho scritto io e ne sono decisamente orgoglioso]
Nessun commento:
Posta un commento