D'un amore così vero, d'un amore così raro (2/3)
Adam Clayton Powell Jr. è stato il primo afroamericano eletto al Congresso, afroamericano di Harlem. Una volta ha detto che se c’è una legge, quella legge non può essere sbagliata. Se poi la legge è sbagliata, significa che va cambiata, quella legge. Non fa una piega. Anche se era più bravo come politico che come marito, alla fine. Gli hanno dedicato un viale, Adam Clayton Powell Jr. Boulevard, foss’anche solo per quella frase, che parte da Harlem e taglia tutta Manhattan, perpendicolarmente, non ci si può sbagliare, mossa concettualmente e cartograficamente cristallina: dall’immersione dentro Centralpàrco, il boulevard ne esce razionalizzato, squadrato, giust’in tempo per liberare il campo da ogni potenziale titubanza nell’accozzaglia movimentata del Downtown, giust’in tempo per farsi brillore sempiterno, all’incrocio con la 47th Strada, Broadway, a Times Square. Adam Clayton Powell Jr Blvd, nel Downtown, diventa la 7th Avenue, quante volte l’abbiamo accarezzata Sandy Sue?, diventa la Sèttima e sulla Sèttima, al civico 810 – a Manhattan non m’hai detto nulla se m’hai sciorinato solo la tua Avenue, dimmi il civico e ti dirò chi sei – c’è un palazzone gigante, uno di quelli che i texani l’hanno mica mai visti, ci riesci a immaginare quanto sbalordimento, per tre texani, nel Cinquantotto, Sandy Sue? All’810 della 7th Avenue, alla portineria di quel palazzone gigante, lavorava Maria Elena, aveva venticinque anni ed era portoricana, come la terza moglie di Adam Clayton Powell Jr., quella che l’ha mandato ai pazzi prima e smerdato pubblicamente dopo. Quando si son visti per la prima volta, Maria Elena e Charlie Holley che già lo chiamavan tutti Buddy, è stato subito amore. Un amore che così vero Buddy Holly l’aveva mica provato mai, ancora.
Al West Village, oggi come nel cinquantotto, ci sono i locali e i suonatori jazz, i poetry slam e i gospel di Mahalia Jackson a rimbalzarti in testa. Oggi come nel cinquantotto, all’incrocio tra la Quinta Avenue e la Nona Strada a Dicembre c’è la neve, tanta, neve soffice come i maglioni di lana che piacciono a te, Sandy Sue, quelli con la trama intrecciata che profumano di bei tempi passati e caminetti e camere dismesse. Nel dicembre del cinquantotto Maria Elena ha la pancia grande e la testa piena di poesie, gli occhi in cui c’è tutto ciò di cui un uomo può avere bisogno, anche se non è mai così: nel dicembre del Cinquantotto c’è Maria Elena e una chitarra e un registratore Ampex, ci sono dei giorni vuoti da riempire e Peggy Sue got married da registrare, il sequel del grande successo, quello in cui Buddy dice di non amarla più, Peggy Sue, perché ha sentito da un amico – ah quant’era vero e quant’era raro quel nostro amore, Peggy Sue – delle strane ròbe; canta, Buddy Holly, m’han detto che sei tu, quella che adesso indossa una banda d’oro attorno all’anulare, Peggy Sue.
[continua ancora]
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