In un dato momento penso che in un angolo di me nascerà una pianta. Comincio a seguirlo da vicino, quell'angolo, credendo che vi si stia producendo qualcosa di strano, ma che potrebbe avere delle prospettive artistiche. Sarei felice, se quest'idea non si dimostrasse un totale insuccesso. Tuttavia, devo attendere per un periodo indeterminato: non so come fare per far sì che la pianta germini, né come aiutarla, né guidare la sua crescita; ho solo il presentimento, e il desiderio, che le vengano foglie fatte di poesia, o almeno di qualcosa che sappia trasformarsi in poesia, se sono certi occhi a guardarla. Devo preoccuparmi che non occupi troppo spazio, che non pretenda d'essere da subito bella o intensa, ma che sia esattamente la pianta che quella pianta è destinata a essere, e così aiutarla, sia quel che sia.
Dev'essere come una persona, che vivrà non si sa quanto, con un orgoglio discreto.
[da Falsa spiegazione dei miei racconti, di Felisberto Hernández, traduzione mia]
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