13 maggio 2011

Un inno

Poi mi hanno chiesto di cantare "Che sarà" e volevo tornarmene in camera. E invece l'ho cantata e ho pensato un milione di cose. Tipo che mi sentivo un emigrante gelataio o pizzaiolo in terra di crucconia, che mi sentivo insieme abbastanza infarinato della roba che ho studiato ma totalmente ignorante rispetto agl'indefessi bevitori di birra che mi stavano davanti, ma soprattutto che potrebbe benissimo essere un canto di protesta sempre attuale di braccia e cervelli in fuga. Un'inno della resistenza al precariato.
Bicio è in Germania, gli amici miei son quasi tutti via, e canta le canzoni dei Ricchi e poveri, quando erano ancora quattro. 

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