18 maggio 2011

dei gran viaggi di ritorno [2/?]

e poi eravamo sempre là che scendevamo da torino, a un certo punto finisce l'autostrada e inizia l'aurelia, s'interrompe un mondo, e c'è un ristorante, vicino all'uscita di rosignano, lì dove s'interrompe un mondo, che si chiama da roberto al malandrino, ed è sempre vuoto, quel ristorante, chissà perché, che dice neppure si mangia male, ma i prezzi.

i nomi dei posti dicon molto, dei posti. sabato ad esempio eravam là che presentavamo le schegge a torino, schegge di liberazione è quel libro collettivo ed autoprodotto che è uscito per i tipi di barabba edizioni, io quando dico i tipi di barabba penso sempre al manicardi e a zirondoli, che per esser tipi son dei belli tipi, entrambi hanno pure un'aria un po' cristica, ed averci un'aria cristica e una casa editrice piccolina senza soffitto e senza cucina che si chiama barabba ha del nonsènsico. e comunque presentavamo le schegge alla società di mutuo soccorso per ambo i sessi edmondo de amicis, che è un posto che quando arrivi c'è sempre un oste che versa vino e delle signore che cucinano e ti raccontano le ricette, ci si aiuta ad apparecchiare l'un l'altro e in generale c'è della gran mutualità che puoi respirarla frammista all'umido della cantina.
e insomma abbiamo presentato le schegge e la prima ròba delle schegge che s'è letta è stato il mio racconto su berni, un'emozionciona, chiara per quanto s'è emozionata ha vomitato, per dire. (poi il giorno dopo i tipi di barabba han fatto un discorso a room to the future che s'è sbracato tutto il salone, per dire)

là, allo svincolo dell'autostrada che immette sull'aurelia, in quel momento in radio raccontavano una barzelletta, faceva così: c'è un tipo che parcheggia in divieto di sosta, sta per scendere, s'avvicina una vigilessa, sono trenta euro, gli dice, e lui va bene, dài, sali, le risponde.
[continua]

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