20 gennaio 2011

La vergognosa (una controcover*)

A Rodolfo J. Wilcock 
santo
coverizzato
e martire

Lina F. ha la cute ed il cranio trasparenti, tanto che puoi scorgere distintamente le idee guizzarle per la testa, come carpe in una bolla di cristallo; alcune apparentemente sopite, altre animate da un ritmo sincopato, in realtà sono tutte in continua e segreta attività; cosa che, per tutta una serie di motivi, la mette estremamente in difficoltà.

Il fatto è che Lina F. si vergogna, in particolar modo delle sue idee: beve un tè con le amiche e indossa il cappello, scende in metropolitana e s'adagia un foglio di giornale sui capelli, s'affanna a reclinare la testa prima da un lato, poi dall'altro, cosicché nessuno possa ammirare il funzionamento del suo cervello, le venature rosa del lobo occipitale ansimare, le grinze del cervelletto contorcersi, le tinte sfocate dei pensieri reconditi e le fosche nubi di memorie materializzarsi, pensieri e memorie ai quali non saprebbe neppure dare un nome.

L'ippotalamo pulsa con costanza, il lobo frontale si gonfia, le sinapsi tremolano elettrizzate; Lina F. teme che qualcuno si possa far beffa del curioso dono, e siccome - a parer suo -  le sue idee sono tutt'altro che sensazionali, cerca di far di tutto per evitare ai suoi nemici la soddisfazione di scorgervi i sintomi incipienti d'una demenza cronica.

Va a finire sempre così: quando una persona ha una particolarità, anziché esibirla orgogliosamente sente il bisogno di nasconderla ostinatamente, fino al punto che occultare al resto del mondo il prodigioso primato diventa di per sé una ragione di vita.

Lina F. potrebbe tranquillamente girare per la strada come tutti gli altri: se solo passeggiasse a mento alto, ad esempio coi capelli raccolti sulla nuca, magari passerebbe inosservata. Ma lei no, lei deve ostentare la sua vergogna, come se dopotutto fosse l'unica ad avere idee o pensieri trasparenti agl'occhi degl'altri.

Arriverà il giorno, però - o almeno così sogna, certe volte -, in cui qualcuno le dirà: "Oh, ascolta, cos'è insomma questa meravigliosa idea che spunta fuori ondeggiando dal lobo frontale? Perché ce la tenevi nascosta?".

E allora vedremo, quel giorno, dov'è che andrà a parare ogni sua vergogna.


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[* questa è una controcover di questo bel racconto di Wilcock, quello dell'esergo, un racconto che siccome è così bello se vi va ve lo leggete in ispagnuolo. Se poi lo preferite in italiano, l'ha pubblicato in una raccolta Adelphi]

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