E quindi niente: una delle due finaliste al campionato mondiale di pallone sarà l'Olanda.
Gl'Oranje.
L'arancia meccanica.
Mi son sempre stati simpatici, gl'unconventional Oranje. Ma non per quelle quisquiglie tecnicotattiche del calcio totale, dei meccanismi ben oliati; per una pochezza, in confronto.
Hanno la maglia d'un colore che non appare nella bandiera, è una ròba rara e mette addosso un sacco di curiosità e simpatia incondizionata.
Eppoi così lontani sono mica andati mai, dai tempi di Van Basten e Gullit.
E non vincono una finale dagl'Europei dell'ottantotto, con quel gol in volée di Van Basten che ancora ti vien da metterti le mani tra i capelli, quando la vedi.
Nell'ottantotto accompagnavo mia nonna al mercato il venerdì, lei andava dal fruttevverdura e diceva un chilo di portoghesi.
Nei vent'anni successivi l'ho sentite chiamare in millemila modi, le arance: a Breslavia sbucci una pomarańcza, a Lubiana la spremuta la fai di pomaranča, c'è un pomo e quel pomo si chiama arancia, fosse un pomo che cresce a terra sarebbe una patata, invece cresce sugl'alberi ed allora è: un'arancia.
A Berlino ed hinterland la chiamano apfelsine, c'è chi ne imputa la discendenza - con acrobazie pseudoetimologiche elicoidali - alla Grandeur albanese anche se poi basterebbe vedere la nomenclatura binomiale: citrus x sinensis, agrumaceo che vien dalla Cina, se mi si permette la traduzia libera, per capire che è tutta un'impostura.
Arancia non viene da aurum, oro, come facilisticamente si potrebbe pensare, ma piuttosto dall'arabo narangi, ch'a sua volta è figlio del persiano narang' e nipote del sanscrito nâgarang'a, e questa è bella.
Letteralmente, me l'ha detto un trisavolo con nozioni piuttosto ferree di sanscrito, nâgarang'a significa inclinazione dell'elefante, e non ha niente a che vedere con le predisposizioni sessuali del pachiderma, piuttosto con le inclinazioni da gourmand.
Il pachiderma si riempie la pancia con grande gusto solo con l'arancia, recita l'adagio popolare sanscrito, e non gliene voglia il contadino ancòra ancoràto allo sputtanatissimo ensamble pere cum pecorinae.
E poi via, giù di lì, tutti gl'altri cuginetti: arancia, naranja, tarjona, orange e vai col tango.
In neederlandse: oranje. Come il colore della buccia del frutto. Come il colore delle maglie della nazionale.
Una squadra di calcio una sinèddoche: gl'Oranje.
Quelli che sono in finale ai campionati del mondo di pallone.
E allora che c'entra il Portogallo?
In Grecia l'arancia l'han sempre chiamata πορτοκάλι, io ho fatto il professionale per il turismo e che si legga portocâli me l'ha detto Uichipedìa. Anche in arabo la chiamano, l'arancia, burtuqāl.
Dice: ma come? Ma non era narangi?
Infatti: narangia è l'arancia amara, burtuqāl quella dolce.
Nonna mia, ch'era un donnino molto dolce, tutta carezze e profumi stucchevoli, allora, voleva i portoghesi perché eran dolci, altrimenti avrebbe chiesto semplicemente le arance.
Quindi, capito? L'arancia, anche se non c'entra niente col Portogallo, puoi pure chiamarla portogallo.
Sì, ma in finale chi c'è andato, allora, in finale dei mondiali di pallone: gl'Oranje, o il Portogallo?
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