20 novembre 2010

che a fissarlo così a lungo

C'è un pezzo che sta in Otras Inquisiciones di Borges, si chiama La Muralla y los Libros, nel quale si racconta come l'imperatore Shih Huang Ti prima bruciò tutti i libri pubblicati prima della sua venuta, e poi fece erigere una muraglia lunghissima ed inattaccabile, sostiene Borges una sorta di barriera magica che tenesse lontana la morte. Per tutto il pezzo Borges cerca di spiegare, e ci riesce, ovvio, come sia possibile, fissandolo lungamente, leggerlo tra i mattoni, il perché di quel muro [il motivo per cui aveva bruciato tutti i libri, invece, era chiaro, ma andatevelo a vedere].


Tra dieci giorni esce un libro in libreria, si chiama Viva tutto! e l'hanno scritto Franco Bolelli con Lorenzo Cherubini che poi è Jovanotti, si son scritti una mail al giorno per nove mesi e ne han fatto un libro. Leggendo un'anticipazione m'ha colpito un passo, sono assillato dai muri, ultimamente, il Cherubini racconta l'allestimento dello studio per la registrazione del nuovo album, dice ho realizzato una parete pantheon dove ho attaccato con colla da attacchini un flusso di immagini scaricate e stampate su fogli a4 [...] da Sammy Davis Jr al Dio di Michelangelo passando per Burt (sic) Simpson e Domenico Modugno, [...] Joseph Conrad, Carlos Gardel, i Run DMC, James Brown, l'acceleratore di particelle di Ginevra ecc. ecc., dovrebbe essere figo soffermarsi su quella parete, ròba che ci passeresti le nottate intere.

Ho davanti agli occhi la parete destra dello studio, mi piacerebbe fosse un muro significativo, che tenesse lontano la morte in ogni declinazione, che fosse un pantheon fonte d'ispirazione, ed invece mi vien da dire ch'è solo empiamente albionico, un muro sciòcco, che a fissarlo così a lungo si perde solo tempo.

Nessun commento: