03 giugno 2010

Che poi [recuerdo català #1]

Che poi Girona, o Gerona, van bene ambo le grafie, è famosa per due ròbe, sembrerebbe: l'aeroporto e le noci.
Crescono certe noci, nei noceti di Girona, noceti che li scorgi pure planando a volo d'aquila quand'atterri col tuo bell'aeroplanino lowcost, che férmati.

Acclamate in tutta l'Ispagna, le noci di Girona, grosse e succose quanto e più delle consorelle californiane, ne trovi alcune, nelle ceste dei mercati barcellonesi*, grosse e sode nemmeno fossero arance**.

L'aeroporto di Girona si chiama: Aeropuerto de Gerona Costa Brava.
In castellano, s'intende.
In català, Gerona è sempre Girona. Per dire.
La costa più vicina a Girona, si subodora quindi, è la Costa Brava, brava come la patata, brava come Giulia, e sotto 'l sole di giugno brava ci mette un attimo a trasfigurarsi in bravèrrima, brava bravissima canticchi tenòrico, mutatismutatizzando il celebre passo rossiniano del Barbiere, ch'è sempre ispagnolo, sì, ma mica di Girona, no: di Siviglia.
Ma Siviglia non è mica in Costa Brava: è in Andalucìa.
E nelle fertili vallate andaluse, ecco, trovate di tutto, dalle pale eoliche ai maiali con le zampe nere, ma di una cosa potete esser certi: noceti che danno noci grosse come arance, di quelle che trovi in certi mercati barcellonesi, ce ne sono mica.

[* uno potrebbe pensare che a Barcellona ci sia solo La Boquerìa, IL mercato par excellance. Ennò. Ma questo si merita un "che poi" tutto suo]

[** prossimo episodio dei Quadernini di traduzione: l'arancia. Segnàtevelo]

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