30 maggio 2010

Io mi vien sempre da dire grazie

Quello che mi piace è scrivere, e quando finisco è come quando uno si lascia ricadere di fianco dopo aver goduto, viene il sonno e il giorno dopo ci sono già altre cose che battono alla finestra, scrivere è questo, aprire le persiane e che entrino.

Julio Cortàzar doveva farle star mare, le persone che lo circondavano, a me provoca sempre quest'effetto, Cortàzar: mi fa star male, di quelle sofferenze psichedeliche sorsate possenti di ferné e sbalzi d'umore repentini, lo odio lo odièrrimo con l'accanimento di certe signorine che ti battono i pugni in petto coi lacrimoni agl'occhi che le cola tutto il rimmel, le labbra rapprese e dopo essersi sfogate t'abbracciano forte e poi ti chiedon scusa e poi ancora ti dicon grazie, grazie d'esserci, come farei senza di te.
Ecco, mi capita così, con Cortàzar: prima lo detesto per aver scritto quello che ha scritto nel modo in cui l'ha scritto, e poi discendo abbandonevolmente nei suoi prosaici maelström. E oh, mi vien sempre da dirgli grazie.

Oggi alla finestra battono altre ròbe, apro le persiane e mi s'insinua un refolo di quel ch'è stato ieri, e mi viene da dirgli grazie, a Mauro Balloni e Beppe Grispello, per la bella storia ch'hanno tirato su nella sempre ridente Civitasvetula con la loro presentazia di Zai Point 3492.

Ora, m'avevano chiesto di aprirgli le danze. Io ho preparato uno sragionamento mezzo zoppo, zeppo d'omen nomen, di zip, di zippo, di zeppe, in cui comparivano sia LA Paz che IL Paz.
E' un po' lungo, perciò l'ho caricato su Scribd (dove ci sono pure Ad esser tutti blu e A voler citare Kundera, poi, mi son ricordato) e niente, lo metto qua, magari fa piacere.

Microsoft Word - Zai

E poi ah, niente, ho scoperto anche svariate ròbe: ad esempio, che ogni volta che mi viene da citare Raphael Waldo Emerson il nome di Raphael Waldo Emerson se ne rimane incastrato sulla punta della lingua e non me lo ricordo mai, e me lo confondo con Tommaso Adorno, ch'era pure il nome del gatto di Cortàzar, e va sempre a finire che non lo cito, Emerson.
Poi, che se durante la presentazione di Zai Point riesco a vendere qualche copia di Katacrash, ecco, sto facendo un'operazione di cross selling (e pure di up selling).
Infine, che nel 1973 Andrés Maglioni, guizzante attaccante dell'Independiente de Avellaneda, segnò tre reti in un minuto e cinquanta secondi. In porta c'era Guruciaga, l'avversario era il Gimnasia y Esgrima de La Plata. Lo racconta Eduardo Galeano, in El fùtbol a sol y sombra, che Cintia e Maxi m'hanno regalato e ai quali io mi vien sempre da dire grazie.

[Per inciso, Radio Libre ieri ha passato Tequila. Pruno, invece, Signed Sealed Delivered di Stevie Wonder: no]

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