La prima sera che abbiamo cominciato a provare fuori pioveva di quella pioggia che quando cade a Milano sembra che non ha mai fatto altro, e soprattutto che non la finirà mai.
[letto in treno, due ore e mezze nette, tra Civitavecchia e Livorno. Nel frattempo, Marta che non sedeva sui tubi ma a gambe incrociate disquisiva al cellulare di sindoni assolutamente da vedere. Il tramezzino delle effeèsse faceva schifèrrimo. Con i rayban ed uno jipijapa calato sugl'occhi si leggeva meglio. Le pagine trafilate in rosso di questo libbriccino griffato isbn mi mandavano al manicomio. Mi ci mandano tuttora]
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