Così c'era scritto su un muro del cinema Odeon a Parigi, nel maraviglioso sessantotto parigino.
L'ho letto su Ultimo Round di Julionostro. Dal quale spilucco ogni tanto, che fa sempre bene.
Ho appena finito "Rughe", di Paco Roca, ed ho scoperto che anche un fumetto può farti allacrimucciàre.
L'ho preso a Torino, Rughe, e me ne son venute uno svario, a Torino, di rughe.
Mentre andavo a Torino, in treno, in intercity, che puoi andarci anche con la frecciarossa, a Torino, ma vuoi mettere il fascino dell'intercity?, ecco, mentre andavo a Torino ad ogni stazione suppostamente importante ci si fermava per tre minuti, ed allora - evviva gl'approcci epistemologici - posso ragionevolmente dire che la sigaretta di Pisa è la migliore, altro che Livorno, altro che Genova.
Ho fatto tutto il viaggio seduto di fronte a Marta.
Marta sul treno siede come i tinegier.
Sui tubi?, direte voi.
No: a gambe incrociate.
E a me le ragazze che siedono a gambe incrociate sul treno fanno sempre un certo effetto, mi metton gioia, come quella che l'anno scorso, sull'intercity notte di ritorno da Torino, era là a gambe incrociate piedi nudi e riccioli biondi a legger Quiroga, e se c'è qualcosa che ti rende cinque minuti migliori, ecco, quella è una, insieme ad un bicchiere di ReAle Anniversario, ad una giocata di Menez, al ricordo di quando Falçao salvò una rete già fatta contro l'Udinese.
E in tutto questo, Gogol Bordello canta una canzone che si chiama "Santa Marinella": e in quella canzone là, eccofatto, bestemmia svariate volte.
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