25 agosto 2008

Di necessità virtù (+ ghost PS)


Con gli occhi ancora assonnati, cerco di riassestare le lenzuola, fin quando lo stinco cozza fragorosamente contro le bande metalliche della rete del letto.
Stampa la ricevuta, corri a prendere la ricevuta, torna al raccoglitore delle ricevute, eppure quello spigolo del bancone lì c'è sempre stato, solo non avevi mai sperimentato il quarto d'ora di celebrità che si prova nello sbatterci prepotente lo stinco, l'altro, però.
Che poi il pomeriggio c'è il corteo dei gatti neri, attraversano sulle strisce pedonali davanti al muso impotente della tua macchina - che ancora non ha esalato l'ultimo respiro, ma lo farà di lì a dieci minuti -, sono tanti, felini, e neri per giunta. Li conti, sono solo diciassette, poteva andare peggio.
Mancavano solo una scala, un cappello sul letto ed il sale rovesciato, non necessariamente in quest'ordine, sarebbero bastati anche del sale sul letto di scena della Scala, o magari un cappello in scala, ripieno di sale.
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Alla fine della storia, "non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore", come diceva De Gregori.
Però, che sfiga.
Domani, ne-ces-sa-ria-men-te, corro in edicola per la terza uscita di questa -ora come ora- indispensabile opera.
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Poi, magari, trovo tempo pure per raccontarvi di quanto era bella la cravatta del Paffuto, sabato scorso, a Monte Romano.
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PS Notato anche voi che Stefano Chuka Okaka ha i capelli posticci come quelli di una prostituta della zona Termini?

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