30 dicembre 2012

Correlativo soggettivo

A sapere com'è che si fa, a oggettivare la formula della privatissima felicità, a saperlo trasformare in qualcosa di meno soggettivo, quell'insieme d'immagini tipo mia moglie che c'ha un fremito di fronte al palazzone nebulènte di Sky a Roderego, Lapo Cronopio (non ancora Calisse, né Ippolito) che impara a camminare, le Sforbiciate di carta tra le mani, Firenze e i' lampredotto col Chimu sulle scale d'una chiesa del milleduecènto, la neve che tutt'ammanta, le letture a voce alta in una cartolibreria davanti a tre persone e sul palco prima di Johnny Palomba davanti a trecento, di persone, la birra Parraguez nonostante il mare, una voce per radio che legge una sfòrbicia nella lingua che non è la tua lingua, Andrea quand'ha detto che era nata Bianca, Coz e la Cri al Pigneto colla tramontana fuori, le facce di cui mi sono innamorato e quelle che ho cominciato a odiare, il gnocco fritto in quella tavernaccia sulla rotonda prima di Modena, quella foto in cui gli zigomi e il naso sono inscritti in un pallone da calcio, la maledizione della Altroquando, Bicio e simonerossi che suonano in strada a Tolfa davanti a un ragazzino che d'andare a casa vuol mica saperne, il mare e i boschi e il mare e i boschi della Sardegna, il pianoforte e le tende rosse d'una Milano alluvionata, elenini quando m'ha detto che, il cadeau in ceramica della costiera amalfitana prima d'un balletto in memoria di Simoncelli, certi tacchi d'estate, certi scodinzolii di gonna, averla sempre a fianco, qualsiasi cosa succedesse, piazza Djemaa El Fna e rue Feaubourg St. Martin con le scale in legno e le stufe in ghisa, la barba lunga, la barba corta, senza barfa, solo i baffi, niente baffi, i libri letti che avresti voluto anche no, i libri letti che c'è da ringraziare dio, e quelli non letti che c'è da imprecarlo, invece, il rock-a-billy e le serendipità, le cose di leggere a cena, dopo cena, all'aperitivo, per merenda, al brunch, financo, le interviste con le mani sudate, le mie, e le interviste con le mani sudate, di chi t'intervista, le recensioni, poi, e le telefonate perché t'han visto su canalecìnque, per poi finire in una top-qualche-numero quand'è Natale e tutti sono in vena di consigli e classifiche e rendiconti e bilanci: ecco, se solo sapessi com'è che si fa a oggettivare la formula privatissima della felicità non ci sarebbe neppure da starselo a raccontare, quant'è che gli si è voluto bene, a questo duemiladodici qua.

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