23 novembre 2010

Volendo #9

Volendo potremmo raccontarvi la storia di un ragazzo nato in un postaccio, una banlieue parigina col numero troppo più alto del 20 - l'ultimo arrondissement di Ville Lumière -, fuori dall'attorcigliarsi a chiocciola dei quartieri, fuori dalle regole e dal controllo, al capolinea di treni e speranze, un grumo tumorale di cemento immigrazione e disagio sociale tra Villejuif e Creteil: la periferia quatre-vingt-quatorze, sud di Parigi, quattrovoltevénti più quattordici, difficile da teorizzare, e pure da pronunciare.

Nella banlieue 94 si tira a campare, finché non ti capita di dover scegliere come uscirne, tirando (quasi) a sorte: tirar calci ad un pallone o tirar di pistola. Che se fai una ròba magari ti salvi e non fai l'altra, chiedilo a Geremìa.
Geremia sulle spalle s'è messo il quatre-vingt-quatorze e nei piedi ha la gioia che non gl'alberga nello sguardo.
Houdini: ci vuol da esser escapologi tra i più bravi per divincolarsi dalla morsa bastarda d'una vita nel ghetto, Geremia Menéz lo chiamano Houdini ma non è la sua, la storia che volendo potremmo raccontarci, piuttosto quella di Lucien M'B, Lucien Il Rivoluzionario, sgusciato via dalle manette della banlieue quattrovoltevènti più quattordici e atterrato a Nuova York.
C'era da gettare i mattoni dell'hip hop, scavare alle radici delle Native Tongues. E poi dire a tutto il mondo che Nelson Mandela andava lasciato libero: Ndodemnyama Mr Botha. Yama significa libero in Zulu, lo sanno Queen Latifah e Afrika Bambaataa, lo sa pure Lucien che irrompe al quinto minuto con un bastone in mano davanti al simbolo della pace.

Lucien è stato un ragazzo fortunato, perché gl'hanno regalato un sogno prima che regalare sogni a ragazzi fortunati diventasse un motivetto commerciale.
Q-Tip gli voleva un bene dell'anima, anche se ogni tanto lo pigliava per il culo: escargot, Lucien, cazzo, tu mangi le lumache (ma cosa c'è di sbagliato nelle lumache, bro?), e quando andiamo nei locali ci provi con tutte, non ti frega neppure se son maschi o femmine, ma ti rendi conto?
Ed è tutt'un giocare, invece, perché poi Q-Tip glielo dice chiaro e tondo, a Lucien, fratello mio, come te non c'è nessuno, tu che hai il passaporto della Zulu Nation anche se vieni dall'altra parte del mondo, da una città chiamata Parigi, fuggi dalla tua periferia per cercare la libertà e cosa trovi, Lucien? Trovi la miseria. La. Povertà (cit). E ti incontro che rubavi gomme, cristo, lo sai che si va in galera a rubar gomme? E se poi vai in galera chi te la pagherà la cauzione, eh Luciano? Sai cosa, ti metteranno su una barca a vela e soffieranno forte finché non prenderai il largo, verso est, tornatene in Francia, Lucianobèllo.
Lucien non s'offende, guarda Q-Tip col sorriso sulle labbra, e questo continua: cercavi il divertimento ed hai trovato la stessa miseria della banlieue, però ascoltami, Luciano, su di me puoi contare, sono tuo amico: credimi, e impara a credere in te stesso, no problemo, ti aiuto io col tuo demo, però fartela dedicare, questa canzoncella, tu che sei marrone in faccia e blu nell'anima, tu che hai una vita così profonda che non potevo non metterla su un beat che sfonda.
Sai che penso? Penso che tu, Luciano, sei proprio fortunato, e adesso facciamo rimbalzare un po' la testa sul bumcha.

Volendo potremmo raccontarvela ancora un po', la storia di Lucien, ma l'ha già fatto Q-Tip degli A Tribe Called Quest in quel pezzo in cui già dal titolo si capisce, quanto Luciano fosse fortunato.

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