30 luglio 2010

just do it (cit.)

Chopin spacca, Chopin spacca proprio e dovreste leggere tutti almeno una volta Chopin per sentire quanto spacca.
Ieri ho preso scosse sul labbro per una mezz’oretta, non lo sapevo che a stare scalzi attaccati al microfono acceso si prende la scossa. Così a un certo punto quando Clo e il novegese figliodiputtana e un po’ prima del cazzotto io ho preso una scossa che ho proprio sbagliato a leggere.
(Ah sì, a proposito, prima che lo dica qualcun altro: ieri pomeriggio stavo per leggere naic invece di Nike e lo stavo per leggere sul serio ma me ne sono accorta che la mia mente stava altrove, me la sono vista andare proprio da un’altra parte, un posto brutto per altro, senza ragione, un posto che non vorrei farvi vedere, se ci incontrassimo per strada e io ci stessi andando. Mi son distratta e stavo per dire naik nel pezzo di Clo di Katacrash di Fabrizio che ora tutto potrebbe sopportare tranne che Nike la si chiami naik, io lo so.
Abbiam riso, tutti hanno riso.
Io poi un po’ meno.
Vabè. Magari stasera gli leggo Georgie Blues e passa tutto.)

Chopin invece è venuto bene e io sono sempre un po’ contenta quando succede. Non so se vi capita mai di leggere una cosa, sempre la stessa, quella che è proprio lì che v’aspetta per riappacificarvi col mondo. Anche la scritta sotto casa, eh, dico una cosa qualunque. L’etichetta del solito succo di frutta, pure. Ecco, la mia mi sa che è Chopin.


Quando una ròba a farla stai bene, non c'è da sindacare troppo: just do it.
Lo dice pure la naic di samotrèis.

[Elena Marinelli legge e fa tintuntintuntintun con l'ukulele da un fottìo di ore, e poi lo scrive pure qua: http://chapteronetobecontinued.tumblr.com/post/879126673/il-battesimo-fricchettone]

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