28 maggio 2010

With gently smiling jaws, Carmelo

Carmelo, quando ci siamo conosciuti, per prima cosa ci ha tenuto a mettermi al corrente che Carmelo deriva dall'ebraico karmel che significa giardino. Stavamo fumando, quand'ha detto così: Carmelo, sai?, deriva dall'ebraico karmel, che significa: giardino.
Fumavamo delle gran Karmel Blu, lo si faceva in giardino.
A me non è venuto da risponder niente di meglio che doveva esserci una ragione, lo sapevo!, per cui le carmelitane, allora, sono scalze. Trovami un'esperienza più appagante del camminare scalzi in giardino.
Fumavamo ma ai piedi avevamo le scarpe: in quel giardino pioveva, e ci logoravamo i cappotti stretti sotto una pensilina.
Le carmelitane scalze preparano le conserve e le più abbirrazzate di loro pure certe ambrogie trappiste.
Pioveva dentro le nostre trappiste e la nicotina ci mandava a puttane le papille gustative.

Me n'ha raccontata una bella, Carmelo. La volete sentire?
Bene.
Bene, Carmelo: attore, drammaturgo e regista italiano.
Pull-on.
Bene, Carmelo sembra abbia vissuto sulle Ande.
Ora, c'era una chola, uno di quei donnini andini con la bombetta e le lunghe lanose gonne in technicolor, una mezzaspecie di Zamorano vestita alla Rigoberta Menchù, che s'era messa nella capa l'idea di imparare a suonare a memoria il notturno n.9 di Chopin.
Ci provava e ci provava, senza riuscirci. E piangeva.
[io pure, mi vien da piangere, quando ascolto il notturno n.9 di Chopin]
Avrebbe potuto fare la wrestler, che in Bolivia la lotta libera ha una tradizione ben più radicata del suonare il piano. Una nazione montagnosa non può avere confidenza con il piano, è fin troppo lapalissiano.
Avrebbe potuto sorseggiare da mattino a sera la chincha morada.
E invece: voleva imparare il notturno n.9 di Chopin.
Naturalmente non c'è mai riuscita.
Anzi, è impazzita nel tentativo di.
Ad un certo punto ha cominciato a fissare gl'occhi piccoli e color del cioccolato nel vuoto, e a ripetere incessantemente tòtanotòtanotòtano.
Tòtano tòtano tòtano, senza mica fermarsi mai.
E allora niente, Carmelo ha preso a scattargli delle gran foto.
E sapete cosa?
Tutte, e dico tutte, diceva Carmelo: tutte, venivano color seppia.

Poi ne ha raccontate pure altre, Carmelo. S'era creato un bel gruppetto, ad ascoltarlo.
M'è venuto da pensare a quel pezzo di Carroll, che sta in Alice's Adventures in Wonderland
"And welcomes little fishes in
With gently smiling jaws!"

che poi è tornato a galla pure l'altra notte, ch'era notte altissima, avevo i criceti che giravano per casa e chiacchieravo con una signorina in ciàt, una signorina che quest'anno ha l'esame di maturità e che magari mentre chiacchieravamo era là che s'ascoltava vendittici spianolamenti e schitarramenti, come c'è scritto in Katacrash.

1 commento:

Luc ha detto...

fa ridere cavolo. mi sono divertito !!