Ero in fila, stamattina, stamattina presto, in fila davanti alla Questura.
M'inquieta sempre un po', la questura.
M'inquietano anche le file, se è per questo.
Ma volenti o dolenti certe volte in fila (ed in questura) abbisogna andarci, e per questo ero là, stamattina prestissimo, a far la fila per richiedere il passaporto, e davanti a me c'erano un fottìo di immigrati.
Tecnicamente li definiscono così. Ma è più pulita la parola "ospiti", più pulita di "immigrati".
Ero in fila e sembrava fossi a Babele, sulla torre, dove s'ispagnoleggiava e rumenava senza soluzione di continuità.
In fila, stamattina, prestissimo, davanti alla Questura, c'era un poliziotto in divisa che ci guardava tutti con aria truce, sguardo cattivo, a me, agl'immigrati, alla torre di Babele, al mio passaporto in pectore.
Ho temuto estraesse uno scudiscio, e ci scudisciasse tutti.
Invece poi è scattata l'ora fatale, e siamo entrati a frotte.
Il cerbero in divisa ha gentilmente detto "buongiorno" a tutti.
Ad alcuni perfino in inglese.
Nessun commento:
Posta un commento