22 giugno 2009

Dica Ventitre*


Ieri sera il cambio turno è arrivato puntuale. Allo scoccare delle 23, non un minuto in più, non uno in meno. Alle 23. Ma ecco, una volta a casa non avevo sonno, ed allora mentre su raidue c'era lo stillicidio nazionalcalcistico, mi capita (alle 23.23) di capitare su raitre, che io su raitre ci rimbalzerò sì e no tre volte al mese.
Su raitre, tipo alle 00.23, davano un film con Jim Carrey, una sorta di thriller psicologico, intitolato Number 23, per l'appunto.
Non starò a tediare i ventitre lettori con teorie numerologiche facilisticamente impressionanti: per ottemperare a questo gravoso compito è sufficiente farsi aiutare da Wikipedia. Lì si scopre che 23 è la somma di 11/9/01, nonché di 8 e 15, rispettivamente lancetta corta e lancetta lunga dello sgancio dell'atomica (23 è il numero atomico del Vanadio) su Hiroshima. E poi se dividi 2 per 3 ottieni 0.666, mentre nella Bibbia, su Numeri 32:23, si legge "sappiate che il vostro peccato vi raggiungerà". Et similia, ad libitum, ce ne sono almeno altre, quante?, di congetture sul 23.
A me è venuto da pensare che a Roma ed hinterland, non appena si propaga sull'aere il grazioso nome del numero 23, è tutto un tripudio di "bucio de culo!", ch'è variante meno eufemistica per "che fortuna!". E mi son detto, perché proprio 23?, deve esserci un motivo, può mica essere un caso. Allora ho rispolverato la teoria sulla tabuizzazione linguistica del Beccaria, teoria sulla quale 23 mesi fa sputavo sangue e filologico sudore, secondo la quale il parlante sostituisce o deforma parole (liberi di non crederci, cito pag. 23) che alludono a realtà che non è prudente evocare con il loro nome. Allora malakia si fa bonaccia, Maleventum diventa Beneventum e 23... diventa auspicio di buona fortuna. Impressionante.

*Un delirio di 23 righe. E provate a contare ogni 23 parole che succede.

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