08 gennaio 2009

Cui cazzo prodest? (® Sauro Sandroni)

Stamattina, alle seiemmezza, un'impavida signora cingeva d'assedio un frastornato tabaccaio.
Io, giaccravattamunito, attendevo paziente il mio turno per cammellici rifornimenti.
Lei, pimpante nella sua raffaellacarràggine, insisteva per attivare la maxitim-autoricarica.
Lui, il tabaccaio, non riusciva.
L'altro, la macchinetta per le ricariche slash per il superenalotto, di carburare non ne aveva la benché minima voglia.
Il resto del mondo dormiva.
Il mio collega si spazientiva per il ritardo.
L'acqua cadeva sempre copiosa.
Il cammellico pacchetto m'implorava di rapirlo.
La signora insisteva.
Riproviamo, suggeriva.
Riproviamo, acconsentiva il tabaccaio.
Riproviamo!, esclamava infine lei, gioiosamente.
Dopo quattordici minuti netti di tentativi vani, finalmente desiste.
Afferro le mie sigarette.
Lei, prima di inforcare la porta, erompe un ultimo sibilo, quello che giustifica il titolo di cui sopra.
"Vabbé, riproverò più tardi. Ora me ne torno a dormire.".

Nessun commento: