"Chi ora gestisce in ogni sua articolazione il Festival deve avere ben chiara in mente la maggioranza politica che governa Roma".
Chi l'ha detto? Galeazzo Ciano?
No.
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La disdicevole affermazione nell'ambito della querelle seguita al diniego, da parte dell'organizzazione del Festival del Cinema capitolino, ad accogliere come apripista "W." di Oliver Stone, la discussa pellicola che racconta i retroscena della scalata Bushiana.
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"[...] A un certo punto gli organizzatori ci hanno detto che il primo ministro italiano, Silvio Berlusconi è un gran sostenitore del Presidente Bush e quindi non avrebbe gradito che un film come quello di Stone aprisse il festival", ha affermato Cristelle Dupont dell'agenzia DDA, che si sta occupando della promozione del film del regista di Platoon.
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In compenso in cartellone figura la trasposizione cinematografica de Il sangue dei vinti di Giampaolo Pansa, scrittore tornato prepotentemente d'attualità già dai primissimi giorni seguenti il secondo cavalierato d'italia, con la "i" minuscola.
Minuscola come la figura che c'abbiamo fatto, una volta tanto, in Europa.
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Io fossi il Berlusca vieterei anche Kung-Fu Panda. Pensateci bene. Dopotutto è ambientato nella comunistissima Cina, e insegna che anche un banalissimo ciccione imbranato panda può diventare Maestro Shaolin, senza necessariamente essere proprietario di reti televisive, ville in Costa Smeralda ed una squadra di calcio con le maglie rosse e nere ultima in classifica.
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Meno male che, sempre in tema di cinema, finalmente approda sul grande schermo l'Otello inquadrato dall'ottica di Iago.
Interpreti, Vaporidis e Laura Chiatti.
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