07 maggio 2008

Rossopesce on the road + Prime volte

Pieno e controllo del livello dell'olio.
La rossopesce-machine è pronta a puntino, sabato all'alba si è già on the road destinazione Torino. E sembra che nel salotto d'Italia, per uno strano scherzo del destino, non si riesca mai ad andare con calma. L'ultima volta fu una sveltina del weekend, in treno. Stavolta pure touch and go, ma in auto, quantomeno.
Alle 19.00 sarò alla Fiera del Libro per presentare "L'inafferrabile Weltanschauung del pesce rosso", proprio nel giorno che si preannuncia più caldo per quanto riguarda proteste e boicottaggi.
Chi vuole può farsi un'opinione sull'aria tesa girando un po' sul web.
Io, di par mio, credo che aleggi un po' troppo razzismo culturale. E che nell'afflato d'indipendenza culturale degli uni si annidi, altra faccia della medaglia, la demonizzazione degli altri.
La cultura dovrebbe prescindere dalle contingenze politiche.

Per la prima volta, ultimamente, ho scoperto il grande messaggio universalista contenuto nel Corano.
Il Corano, io, l'ho comprato un annetto fa. In un certo qual senso è stata anche quella una prima volta. Per dire, non ho mai tenuto la Bibbia sul comodino per spiluccarne passi prima di addormentarmi. Invece, con le sure è stato proprio così.
Ho una versione dell'Utet curata da Khaled Fouad Allam. Non credo sia parente di Magdi Cristiano Allam, che tra l'altro ho serendipicamente scoperto vivere a Viterbo (tenete a mente, Viterbo).
Oggi mi sta aiutando un tot, quel Corano, per decifrare l'ethos coranico in materia ambientale, ma anche il messaggio di pace ed universalismo incorporato in un testo troppe volte usato come base di partenza per l'affermazione di contingenze politiche, appunto.
"Ad ognuno è stato spedito un Messaggero (10:47)". "[...] Non esistono meriti speciali per cui un Arabo debba affermarsi su un non-Arabo, un non-Arabo su un Arabo, un bianco su un nero o un nero su un bianco, se non per rettitudine e pietà" (M. Abu Laila).
Per chi non volesse perdersi un prezioso insegnamento, leggere "Islam and Ecology: a Bestowed Trust", prego.
Oppure, se 560 pagine di trascendenza in lingua inglese vi spaventano, aspettate che sia online la recensione su questo sito (dove ho già lavorato su Diritti animali ed Obblighi umani).
E poi sto leggendo Mille splendidi soli di Khaled Hosseini, anch'esso da recensire.
Il fatto che i due compiti rientrino nella preparazione di un'esame è un dettaglio marginale.
Rimarcarlo sarebbe come ammettere che si studia per un bel voto più che per la crescita culturale.
Per chi scrive, questa sì che sarebbe una prima volta.

3 commenti:

Damiano Celestini ha detto...

Anche la mia conoscenza del mondo islamico è arrivata attraverso un esame universitario... Ma lo avevo scelto io ad hoc, ergo, non l'ho fatto per il voto ;-)

Ti si apre un mondo tutto nuovo, scevro di tutto quello che riversanno addosso i media. Se ci aggiungi anche i libri di Hosseini e Al Jazeera (quella inglese perché l'arabo ancora non lo parlo...) ecco che recuperi un profondo rispetto su una cultura troppo spesso turlupinata.

Buona viaggio a torino.

Fabrizio Gabrielli ha detto...

turlupinata, vero, è l'esatto termine.
E la nostra società giudaico-cristiana occidentale dovrebbe saperne qualcosa delle strumentalizzazioni della religione per motivazioni politiche.
Insomma, le Crociate son roba di mille anni fa eppur ancora attuali...

Cuocapercaso ha detto...

Buon viaggio, Fabrizio!

:-)

Grazia