Figlio mio,
domenica prossima tu non ci sarai. Non ancora.
Oddio, non se n’accorgerà nessuno, in una giornata che sembra essere contrassegnata dall’assenza.
Assenza di tifosi sugli spalti. Assenza di incitamento. Di cori, di urla, di sciarpe al vento. Assenza di maxischermi a Roma, assenza di festa scudetto, ovunque essa debba tenersi. Assenza di Matarrese.
In definitiva, assenza di buon senso.
Gira voce che oscureranno anche i canali televisivi, il segnale radio sparirà per magia, i giocatori – finite le partite – verranno chiusi nello spogliatoio personalmente da Moggi, tornato prepotentemente in auge, deus ex-machina del rapimento preventivo. Sapremo i risultati di questa clamorosa appendice di stagione calcistica in pieno luglio, non prima.
Addirittura si paventa l’assenza di contatto fisico tra i giocatori. Esperti del settore stanno vagliando l’opportunità di far sfidare Inter, Parma, Catania e Roma in un minitorneo a quattro online, con PES 2008 per Playstation 3. E già alla Pinetina aleggia lo sconforto, ché il Brescia, tra una camicia tarocca e quei quattro chili di coca aveva infilato pure una partita di DVD masterizzati. E quei DVD hanno un bug tremendo: a fine stagione i risultati cominciano a diventare poco credibili, il Siena strappa pareggi insperati su campi ostici e quei campionati che sembravi poter vincere a man bassa, beh, vai a giocarteli all’ultima interminabile partita.
Quando
Ma quelli erano altri tempi. C’erano le bandiere, in campo e fuori. C’era gioia. C’era spensieratezza.
Non c’era l’Osservatorio del Viminale.
Non c’erano magnati americani che, con offerte astronomiche, miravano all’acquisto di società calcistiche con l’intenzione nemmeno troppo velata di farne macchine da business.
Io, la globalizzazione calcistica, l’ho vissuta sulla mia pelle.
All’epoca della sentenza Bosman avevo già fumato qualche sigaretta, scoperto le gioie di Teletutto e financo stampato qualche bacetto sulle guance di paffute ragazzine. Una volta pure sulle labbra di una, a tradimento.
Ed anche il trionfo dell’antitesi della meritocrazia, ho visto. Pallonara, e non solo.
Allenatori sopravvalutati gioire per risultati immeritati. E poi, a volte, miracoli calcistici, favole di quelle che non pensi siano ancora possibili nell’era di Internet, realizzarsi – anche solo in parte.
La donna che vorrei fosse tanto tua madre, magari più in là, non apprezzerà. Si incazzerà e mi toccherà portarla a cena fuori, per farmi perdonare.
Ma vedi, figlio mio.
Il mondo è un grosso giramento di palle.
3 commenti:
Semplicemente fantastico. Bravo.
Strepitoso, come sempre !!
Fabri'... ti auguro di "sbrigarti" perchè l'anno prossimo la festa la voglio fare io !!!!! :-DDD
Good post.
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