09 gennaio 2014

Un fatto d'inizio anno

Una manciata di settimane fa m'arriva una mail, me la scrive G.
G., dice, una volta le è capitato di leggere una recènzia d'un libro, s'intitolava L'inafferrabile Weltanschaaung del pesce rosso, che l'aveva - dice - folgorata. Se l'è appuntato, dice, come capita a tutti, come sarebbe a dire, chi non s'appunta il titolo d'un lbro col proposito di prenderselo, poi, e di leggerlo. Faceva il liceo, dice G., a quell'epoca. E poi gnè: son passati cinque anni, costellati da me-ne-devo-ricordare-la-prossima-volta, da infruttuose sortite in libreria, da com'è-che-si-chiamava, fino al ferale mi-spiace-signorina-è-fuori-catalogo. Vai a capire, magari s'è pure laureata, G., nel frattempo, col pensiero del pesceròsso tra un esame e l'altro.
G. - la cosa che m'ha colpito di G. - non s'è persa d'animo, neppure dopo un lustro. Ha imbracciato la internèz, l'ha scandajata in largo e in lungo, fin quando non ha scovato il blog, e dal blog un indirizzo mail, e fedele al motto salingeriano del telefono e dell'amicizia - mutatis mutandis - mi ha scritto.
Ci siamo scambiati un tot di mèilz, con G., fin quando - ne avevo qualche copia ancora - le ho inviato un IWPR, sì ma come te lo pago, facciamo che mi spèdi un libro puranco tu.
Ieri nella cassetta della posta, anzi fuori, c'era questo plico, e dentro Palomar di Calvino, e dentro Palomar una lunga lettera, vergata appénna, che son di quelle cose, leggerci sulla carta vergata appénna, la cui belletsa ci riluce negl'occhi soprattutto quando ci accorgiamo che non ne scriviamo mai abbastanza, di lettere appénna.
Quindi, hai visto mai capiti da queste parti, grazie G., che non ci siamo ancora aggiunti sui socialcòsi, e te ne sono grato.
Grazie per avermi dimostrato, una volta tanto, qual è il motivo per cui si scrive: anche per il libro più piccino, più pieno d'ingenuità, più timido, può esserci un lettore innamorato. Disposto vieppiù ad attendere cinque anni.

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