10 marzo 2013

Jeremiah Gladstone magari non lo sa [un omaggio a Er Tizzo]

Tutti in città lo chiamano Tizzo, soprannome quadrato, spigoloso e massiccio a un tempo, come gli uppercù che sfodera sul quadrato: spigolosi e massicci a un tempo.
Lavora al porto, come James J. Braddock; è il beniamino d'una città che lo sa come si fa a riconoscerli, gli eroi guerrieri: sono quelli che si spaccano il culo tra le bitte caricando i trolley di ben pasciute carampane yankee col sorriso stampato in faccia. 
Che è l'unica cosa che vedi, poi, il sorriso, in estate piena: tutt'il resto è pelle spaccata e scurita dal sole, come 'n tizzo de fòco
Gli sfarzi da MGM, il rap e il raso traslucido non sapresti trovarli, nei cromosomi del Cenerentolo de noantri.
Fa il suo ingresso nervoso, scuro in volto, teso come una libecciata quando spazza i moli, su un sottofondo new age. Indossa una maglia d'altri tempi, cotonaccio griffato da autospurghi e autodemolizioni, mestieri che sanno di rancio fureria e popolo.
L'avversario lo aspetta sul ring. 
Si fa chiamare Black Mamba.
Lui, Cenerentolo: lui è semplicemente Er Tizzo.
BlackMamba va lungo alla seconda ripresa; pure alla prima, c'è da dire, due volte: ma alla seconda di più, ineluttabilmente.
Emiliano Marsili, Cenerentizzolo, il JJBraddock di Civitavecchia, ha trentasette anni e un pacco d'orgoglio spalmato tra le dita, sotto le fasciature, dentro i guantoni.
La sua è la vittoria di chi tira, al contempo, pugni e a campare.
Il tizzone, quando il fuoco tira: spegnilo, se ci riesci.

Jeremiah Gladstone da Huntsville, Alabama, che stamattina s'imbarca per una crociera sul mediterraneo, so glamourish, magari non lo sa: ma il suo valigione pieno di pantaloni a pinocchietto e magliettine residuato bellico d'una lontana vacanza a Orlando, Florida, nove su dieci glielo tira a bordo il campione europeo dei pesi leggeri.

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