06 marzo 2012

[una poesia tutta inciafrojata] Omino della catechesi

Ho trovato questa poesiòla, su un foglio tutto inciafrojato - è un termine bellèrrimo, inciafrojato, significa accartocciato, nel dialetto delle mie parti -, ti dicessi dove e come l'ho trovata ti direi delle cose che non potresti sapere, e non lo so se sta bene riscriverla qua, comunque ho fatto dell'ecdotica sommaria, secondo me faceva così

Sai quel volersi bene profondo
di ragazze coi capelli lisci, sciolti
di primo sole d'estate
di pappardelle ai funghi quando piove?

Di quel volersi bene lì
ti voglio bene
omino della catechesi.

Lambisco il tuo tempio
- venite alla catechesi!, ti sento gridare
e m'accosto
m'unisco
col pensiero
ai tuoi lambergiecchini
alla tua tuta acetata
alla tua chitarra
ai tuoi lacci tutti allacciati
alla tua voce nasale (da cugino roscio)
che vellica donnine dalla coda bassa
(donnine della catechesi)
come perenne festa
che non deve finire
non deve finire
e non finirà
se Dio vuole
- certo che vuole.

Ti voglio bene
omino della catechesi
e t'invidio
perché secondo me se glielo chiedessi tu
a Dio
di farla tornare
la donna che t'ha lasciato
a te
- ho mai detto che la festa deve finire? non finirà!
scherzerebbe Dio, col cubalibre in mano -
starebbeti a sentire.

Mentre a me
omino della catechesi
invece.

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