09 marzo 2012

Come Alcide, ma più ammodìno

"Sono stati anni di vita bellissima, in una città stupenda, che mi piaceva assai, tanto la parte antica quanto quella nuova, l'ho come vista crescere. Sono stati anche gli anni del successo, poca vita privata, meno intimità, sotto l'assedio costante dei paparazzi, hai presente?, sempre alle calcagna, giorno e notte a seguirti, ma soprattutto di notte, chiaro. Uscivo a mezzanotte e la truppa dei paparazzi ti si accodava. Era anche una vita piena di tentazioni, ma soprattutto brava, molto brava, bravissima.
"Avevo tre Alfa Romeo: una coupé superleggera, una convertibile, una Giulietta. Andavo a vedere la boxe. Al Palazzetto dello Sport ho visto Cassius Clay laurearsi campione olimpico. Andavo molto spesso a Cinecittà. Conoscevo Anna Magnani, Gina Lollobrigida...Giocavo sempre bene, piacevo alla gente, anche se non sono mai stato così incisivo. Così come quella sera al Maracanà. Solo tre persone hanno saputo zittire il Maracanà: Frank Sinatra, il Papa e io.Ero follemente innamorato di Roma, mi piaceva essere al centro dell'attenzione, credevo potessi conquistare chiunque coi miei dribbling: vivevo ogni giorno senza una rinuncia, notti lunghissime, orizzonti lontani, spazi infiniti da conquistare"."Inaugurai un bar in via del Tritone e uno in Piazza Barberini. Poi, poi sono cominciate le frequentazioni equivoche". 
Nel 2010, cinquant'anni dopo la drammatica notte del Maracanà, quando strappò la coppa Rimet dalle mani dei brasiliani ormai convinti d'averla in bacheca, Alcides Ghiggia ha pubblicato una breve biografia, è uscita in allegato a El País.
Nove anni dopo quella finale cinematografica, era già il capitano dell'aèsseroma, l'avevano sorpreso in auto insieme a una quattordicenne. Che fosse uno sciupafemmine si sapeva. Uno sciuparagazzine no. Quella bimbetta divenne madre nove mesi dopo, precisi precisi. La famiglia della ragazza lo denunciò. Lui riconobbe il neonato. Un Ghiggia in più. Di Alcides Edgardo, in Uruguay, nati nel 1950, dopotutto, ce n'erano già un fracco.
Per quel pasticciaccio brutto scontò due mesi e venti giorni di carcere, Alcides Ghiggia. Atti osceni in luogo pubblico, reati contro la morale, concussione. 
Secondo Massimo Grilli, che ha recensito Sforbiciate per il Corriere dello Sport, ho un profilo scolpito che ricorda un po' quello di Alcides Ghiggia.
Anche se sono più ammodìno, io. 
[a proposito di recensioni e segnalazioni et similia: Adriano Angelini Sut ha scritto delle Sforbiciate su Il Paradiso degli Orchi, appioppandogli un lusinghiero: Gustoso. 
E il blog di GQ Italia "Il Bicchiere Di_Verso", poi, m'ha intervistato: sette domande che scemano in delirio, specie la squisita disquisizione sui gelatai]

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