29 dicembre 2010

Quadernini di traduzione: Tutta accoccolata ad una ceppaia (di Micah P. Hinson)

Credevo sul serio che Apple fosse pazza. Una notte mi svegliai e se n'era andata. Dopo aver passato in rassegna tutta la stanza, notai che la porta era socchiusa*. Uscii e me la trovai sulla neve, tutta accoccolata ad una ceppaia, con le sue mutandine azzurre e un cappello peloso inculcato sulle orecchie. Si stava mangiando una brioscia. Le gridai di tornare dentro. Le dissi che sarebbe morta se se ne fosse rimasta là fuori, che le ceppaie innevate non erano il miglior rifugio per i taglialegna mezzinudi. Non disse nulla, se ne rimase accoccolata. Non tremava neppure. La raggiunsi e la presi in braccio. La sua pelle non era fredda. Sorrideva, con lo sguardo fisso, la brioscia in mano.

[da No voy a salir de aquí, il romanzetto di Micah P. Hinson]

*socchiuso, in ispagnuolo, si dice entreabierto. Ch'è una parola d'una positività assoluta, secondo me, entreabierto, una parola da spiraglio, da bicchiere mezzo pieno, da speranza, mica da sbrigati, mica da bicchiere mezzovuoto, come invece è socchiuso.

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