28 settembre 2010

Oggi (è successo tutti i martedì di questo mese, ora basta) dovrò svegliarmi, che settembre è finito

[(Setteperuno)perquàttro] fa ventotto, lo dico mica io, è la proprietà commutativa delle moltiplicazioni: scambiando l'ordine dei fattori il risultato non cambia, ed il risultato è che già trilla la sveglia, ho lasciato detto di svegliarmi quando settembre fosse finito e ventotto è un bel po' finire, ogni mese. Anche a settembre.

Questa cosa dello svegliarsi a fine settembre l'hanno inventata i GiorniVerdi, l'innocenza non dura per sempre, dicono, scade pure quella, scade a tempo di rock e figurati se non può scadere a tempo di ska, dear, l'innocenza.

C'è una casa di riposo, vicino casa mia, si chiama AnniVerdi e mi son sempre chiesto cosa ci sia, di verde, in quegli anni là, che mi sembrano, piuttosto, blu: è il blu il colore della tristezza, e non si salta, quando si è tristi, oppure sì, tutti i giorni, durante l'ora d'aria, in carcere: ed AnniVerdi è un po' come fosse un carcere, dopotutto.

Ad AnniVerdi c'abitano tante Giuliette, irrancidite nella muffa del loro farsi Stilton, con le quali mescolarsi è mica facile, peggio che l'olio con l'acqua.
Una di loro, era dieci anni fa ed il tempo corre veloce, m'ha raccontato questa storia.
Te ne accorgi mica, che ammuffendoti ed inacidendoti migliori, se non quando è troppo tardi, quando la data di scadenza si avvicina e se ti sei conservato bene lo butti al culo al destino, altrimenti niente: sei da buttare.

E' così, belli miei, è l'ordine normale delle cose, questo e nessun altro: Giulietta poi è trapassata sul serio, e Lollo e Giulia, che puoi chiamarli come vuoi, anche Fabrizio e Chiara, il prossimo anno, che è un anno dispari di quelli in cui non ci sono Mondiali né Europei né niente, solo calura e afa e bollini rossi a Firenze e Bologna per il gran caldo, si sposano, finisce così la storia, e poi ci sarà il viaggio di nozze e a finesettembre saran terminati i festeggiamenti, svegliami tu, eh, BJ.


[(Setteperuno)perquàttro] fa ventotto, lo dico mica io, è la proprietà commutativa delle moltiplicazioni.
Sta suonando la sveglia, fa tuuu-ru, tuuuu-ru-ran, è Billie, ciao Billie, è già ora d'alzarsi?
, risponde lui: settembre è finito.
 
[io a scuola non finivo mai con settanta, la tabellina del sette. Dicevo pure settantasette, ottantaquattro, novantuno, novantotto, ad libitum, la maestra mi bloccava ma i compagni mi adoravano, questo per dire che finisce mica il mondo, dopo Settembre, anche se l'uva è ormai fatta ed il fico pende].

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