28 agosto 2010

Have you got any idea?

Have you got any idea of how a norsky pronounce Ikea?
Bene, ve lo dico io che gliel'ho sentito uscire dalle labbra di ghiaccio: Aichìa.
Serio.

Anna come da tradizione ha i capelli rossi. A guardarla bene, Anna, sembra le scappi un mezzosorriso.
Anna non è propriamente quella che diresti una gran bella ragazza. Le vedi solo il volto, ma tanto basta: ha il naso discretamente gonfio e le rughe, il taglio non è un granché e ci giureresti abbia pure le doppie punte. Indossa rossetti appariscenti tipici delle ragazzette insicure, in debito con la vita d'affetto ed emozioni.

Anna c'ha da lavorare, inutile starle a fare le avances. Se ne sta ventiquattro ore al giorno nel suo piccolo box, il rossetto a fine giornata è sbaffato ma non ha dato neppure un bacio. Nemmeno un morso agli straccetti d'alce. Anna è sconsolata, e stufa.

Le chiedo, ad Anna, trasporto quinto piano? Niente da fare.
Allora azzardo vi incollate i mobili? Non un battito di ciglia.
Persevera nella stessa implacabile espressione, simpatica come un calcio nel malleolo sinistro, la stessa che indossa quando curioso ti fai sotto con la richiesta sulle specifiche tecniche della poltrona skogeslund.
Anna t'aiuta quando le va, mica sempre.
E più fai lo stronzo, più lei s'instronzisce.

Anna, col suo nome palindromo, abita in tutti i siti Ikea del mondo.
Tranne in quello inglese (e pure in Danimarca).
Lì ci sono Anne decisamente più fighe.
Che se i mobili poi vengono a montarteli pure in cima al Big Ben, te lo dicono. Mica fanno le sostenute.

[Ah, il norsky lo so mica quanto gli stia simpatico, lo svensky. Sarà per questo che Ikea lo pronuncia Aichia]

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