12 dicembre 2009

L'irreprensibile Weltanschauung della lumaca civitasvetulina [ergo, dell'autocitazionismo mutatis mutandis


(Silvano Braido, LA LUMACA, tempera su cartoncino, 30x30)

Le lumache, qua dalle mie parti, son lumache mica da ridere.
Sono anticonformiste.
Tutt'altrove si chiudono nei gusci, smembranano l'ingresso, saluti e baci bavosi e ci si vede in primavera.
Qua no, mio dio, no di certo.

A dicembre escono allo scoperto.
Lo può testimoniare il racconto "Pachamamalumaca vive e lotta con noi", che forse v'è passato inosservato o forse no e che si trova in primapagina di Laspro, il numero 4.
E ne rafforza l'ipotesi il fatto che altri gusci di chiocciola, una manciata per l'esattezza, son sopraggiunti minacciosi nella cesta gialla del "Garfagnana in giallo", giustappunto, antologia noir presentata a ridosso dell'ultimo mese dell'anno.

Altre chiocciole, altre ancora, ieri l'altro all'Aula Pucci, dove si parlava di Terra Madre Day ed il qui vostro scendeva (ufficiosamente, per ora) dalla sella montata sul guscio della lumaca civitavecchiese per lasciare il posto al bell'Andrea (quello a sinistra, nella foto, quello più caruccio, invero).

Chiocciole, insomma. Dududù.


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