05 agosto 2009

Ma che, cioè, davero?

Ero in banca, tipo ieri mattina, e mi serviva di compilare un modulo. Un signore, vicino al modulo, faceva la fila senza pensare a nulla, così sembrava, e allora ho pensato di disturbarlo, quel signore, chiedendogli "scusi, me lo passerebbe uno di quei moduli?", che non era una domanda vera e propria, insomma, era un atto linguistico direttivo, avrebbe detto Austin. Ma Austin non c'era, l'atto linguistico non ha funzionato, il signore m'ha detto "no" ed io il modulo me lo son dovuto pigliare da solo.
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Ci sarei voluto essere, io, negli anni '80, specie quel giorno degli anni '80 in cui la collega I., me lo raccontava stamattina, ha comprato Cioé e se l'è dimenticato a scuola, il giorno dopo l'ha ritrovato e dentro c'era una lettera, l'ha aperta quella lettera, e c'era scritto "Cara I.", e lei s'è quasi spaventata a pensare "come diavolo facevano a sapere che avrei comprato proprio io, proprio questa copia?".
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E poi passano dieci anni, e come se nulla fosse tiri fuori ventiquattro barre che levati.

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