05 giugno 2008

Una memoria lunga ventimila leghe (altro che tre secondi)


In una di quelle lunghe e malinconiche serate d'estate raccontate in "Occhi", poi, decisi ineluttabilmente che un libro m'avrebbe fatto più compagnia della nostalgia per chi non c'era.
Me ne regalò due, mia madre: Ventimila leghe sotto i mari e Capitani coraggiosi.

Se London m'avrebbe tolto per un bel po' la fantasia di far scorrere lo sguardo su righe nere impresse su carta bianca, al contrario Verne mi risucchiò - come capita volentieri a certi tredicenni avvezzi alla lettura - in un mondo fantastico ed avventuroso.

E quante volte ho sognato di essere là, dentro al Nautilus, durante l'attacco della piovra!

Oggi scopro che il Nautilus (il cefalopode, non il sottomarino) ha una memoria a lungo termine.

Dovresti prendre esempio da lui! - dico a Rossopesce che se ne sta dentro la sua bolla a sollazzarsi con le anteprime dei calendari delle donnine desnude e sogghigna ogni volta che vede in tv Ahmedinejad.

Mi guarda con lo sguardo di chi sembra pensare che l'accondiscendenza è la pastura migliore per i sognatori.

Tre secondi dopo ricomincia ad entusiasmarsi per il calciomercato ed altre amene facezie.
Il Nautilus, invece, con lo sguardo da secchione si concentra su un fascio di luce e cerca di ricordare. Lui ricorda.

A guardarlo meglio, 'sto Nautilus, realizzo che mi sta un po' sulle palle - con quel suo atteggiamento da professorino dei fondali marini.

[Qualche aggiornamento: nella sezione "parlano del pescerosso", una recensia di Marco. Poi, un'intervista al sottoscritto. Infine, se voleste vederlo dal vivo - il Pesce Rosso ed il di lui autore - Flickr is the way (Torino e Civitavecchia)]

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