La data me la sono segnata sull'agenda dei "to do", oh sì.
20 Novembre annus domini 2007.
Per quel giorno è infatti prevista, come da cartellone del nobile teatro cittadino finalmente di nuovo sotto le grinfie artistiche del supervisor de noantri Pino Quartullo, il musical 3MSC tratto dal romanzo dell'idolatrato Moccia, featuring Varrese nel ruolo (impegnativo, I must suppose) di Step.
Step by step, si costruiscono carriere da oscar.
Il fatto è che - voce di corridoio, va bene, ma pur sempre eccitante - non è da escludere che l'assessorato alla cultura cittadino sciorini una perla: un incontro en matinée con l'autorevolissimo autore in persona, all'uopo per i suoi lettori.
Moccia tra noi.
Ora, non sono tra i suoi lettori. Mi imbatto, domenicalmente, coi suoi trafiletti in prima pagina della cronaca locale del Messaggero, ok.
Non amo né odio Moccia, sarebbe troppo facile e financo inadeguato additare lui delle colpe dell'italica ignoranza letteraria. Semmai dovresti scagliarti contro chi si fa infinocchiare dallo scintillio del bestseller, ma chi ce li ha venti anni da dedicare allo sterminio di cotal rognosa razza?
Però faccio una promessa solenne, oh sì.
Giuro che andrò all'incontro con Moccia, e gli porgerò questa domanda:
In una lettera del 1898 indirizzata ad una sua amica polacca, Joszef Conrad scrive
"[certi autori] sono popolari perché esprimono il pensiero popolare, e l'uomo comune è lusingato di trovarsi d'accordo con la gente che suppone distinta. Questo è il segreto di molte popolarità."
Ed ancora prima, Lope de Venga nell'"Arte nueva de hacer comedias en este tiempo", scrive: "Porque como [las comedias] las paga el vulgo, es justo / hablarle en necio para darle gusto" (ovvero "visto che le commedie le paga il popolo, è giusto parlargli stupido per dargli gusto").
Signor Moccia, quanto si sente lusingato dal fatto che questi autori, con molta probabilità, pensassero a lei ed alle sue opere nello scrivere cotali affermazioni?
Se riuscirò a sfuggire al linciaggio di teenager incazzose, potrò ritenermi soddisfatto.
E se qualcuno di voi, d'accordo con me, vorrà esser là a battermi le mani, beh ci può scappare anche una bevuta insieme.
20 Novembre annus domini 2007.
Per quel giorno è infatti prevista, come da cartellone del nobile teatro cittadino finalmente di nuovo sotto le grinfie artistiche del supervisor de noantri Pino Quartullo, il musical 3MSC tratto dal romanzo dell'idolatrato Moccia, featuring Varrese nel ruolo (impegnativo, I must suppose) di Step.
Step by step, si costruiscono carriere da oscar.
Il fatto è che - voce di corridoio, va bene, ma pur sempre eccitante - non è da escludere che l'assessorato alla cultura cittadino sciorini una perla: un incontro en matinée con l'autorevolissimo autore in persona, all'uopo per i suoi lettori.
Moccia tra noi.
Ora, non sono tra i suoi lettori. Mi imbatto, domenicalmente, coi suoi trafiletti in prima pagina della cronaca locale del Messaggero, ok.
Non amo né odio Moccia, sarebbe troppo facile e financo inadeguato additare lui delle colpe dell'italica ignoranza letteraria. Semmai dovresti scagliarti contro chi si fa infinocchiare dallo scintillio del bestseller, ma chi ce li ha venti anni da dedicare allo sterminio di cotal rognosa razza?
Però faccio una promessa solenne, oh sì.
Giuro che andrò all'incontro con Moccia, e gli porgerò questa domanda:
In una lettera del 1898 indirizzata ad una sua amica polacca, Joszef Conrad scrive
"[certi autori] sono popolari perché esprimono il pensiero popolare, e l'uomo comune è lusingato di trovarsi d'accordo con la gente che suppone distinta. Questo è il segreto di molte popolarità."
Ed ancora prima, Lope de Venga nell'"Arte nueva de hacer comedias en este tiempo", scrive: "Porque como [las comedias] las paga el vulgo, es justo / hablarle en necio para darle gusto" (ovvero "visto che le commedie le paga il popolo, è giusto parlargli stupido per dargli gusto").
Signor Moccia, quanto si sente lusingato dal fatto che questi autori, con molta probabilità, pensassero a lei ed alle sue opere nello scrivere cotali affermazioni?
Se riuscirò a sfuggire al linciaggio di teenager incazzose, potrò ritenermi soddisfatto.
E se qualcuno di voi, d'accordo con me, vorrà esser là a battermi le mani, beh ci può scappare anche una bevuta insieme.
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