26 gennaio 2011

C'mon babe (c'mon babe) | Pasta & Stout

C'era questo mezzosoprano del millottocento, Maria Malibran, che aveva una voce della madonna, sembrerebbe. Ogni sera, dopo essersi esibita all'Opera, si rifocillava con ostriche e stout. Una volta, al sentire che nel locale in cui stava bevendo era presente l'Onorevole Craver Berkeley, patron della Thrale's, uno dei più rinomati produttori di stout nella Londra vittoriana, lo fece cercare e con grande animosità gli disse "Ah, Mister Barclay, lei non lo sa ma io le devo così tanto!".

Anche Giuditta Angiola Maria Costanza Pasta era un mezzosoprano, però lei aveva le corde vocali magiche, un'estensione così vasta che poteva intonare anche le parti di soprano e insomma l'avreste dovuta sentire, la Pasta, se solo fosse stati a Londra nel 1817.
Anche alla Pasta capitò d'incontrare Sua Eccellenza la Stout, e d'innamorarsene. Della birra, non del birraio.
Una volta una madama distinta le chiese, erano in un salotto di quelli borghesèrrimi, con un po' di malizia, "Signora Pasta, ma lei ha sempre bevuto così tanta birra tutta insieme?".
"No, mia cara", fu la sua risposta, "faccio metà prima e metà dopo, adessa*".

[*l'aneddoto è in The curiosities of ale and beer, J. Bikerdyck, Fletcher & Son Ltd., Londra, 1889. La risposta della Pasta è in italiano (sic) nel testo]

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